San Luigi dei Francesi

05

lug

San Luigi dei Francesi: croce e delizia di un genio.

Tra il Pantheon e Piazza Navona, in pieno centro storico, sorge la chiesa di San Luigi dei Francesi, capolavoro barocco contenente pregevoli opere di famosissimi artisti, ma celebre in tutto il mondo per le tre tele di Caravaggio che ripercorrono la vita di San Matteo. Oggi cercheremo di ricostruire la travagliata storia di questi capolavori e della cappella che li ospita.

Breve storia della “Chiesa dei Francesi”.

La chiesa di San Luigi dei Francesi cominciò ad essere edificata nel 1518, per dare un nuovo e più grande luogo di culto alla comunità francese di Roma, che andava crescendo sempre di più.

I lavori furono eseguiti da Domenico Fontana, su progetto del famoso architetto Giacomo della Porta, e vennero conclusi nel 1589.

San Luigi dei Francesi venne concepita come un’esaltazione della Francia, dei suoi santi e dei suoi personaggi storici più importanti, fra cui San Luigi, Carlo Magno e San Giovanni di Valois.

La chiesa è suddivisa in tre navate, con cinque cappelle per lato: quella che ci interessa è quella accanto all’altare maggiore, alla sua destra, la Cappella Contarelli, che legò indissolubilmente il suo destino alla maestria di Caravaggio.

Ma cosa c’entra quest’ultimo con i francesi? Lo scopriremo molto presto!

San Luigi dei Francesi San Matteo

Cappella Contarelli: una storia travagliata.

La più famosa cappella di San Luigi dei Francesi prende il nome da un cardinale, Mathieu Cointrel (poi italianizzato in Contarelli), che l’aveva scelta come proprio luogo di sepoltura decidendo di dedicarla a San Matteo, suo protettore.

Ma non fu tutto così semplice: dopo la morte del Contarelli, non solo erano in alto mare i lavori per la sua cappella funebre, ma nemmeno la chiesa era stata ultimata (e pensare che il cardinale era stato uno dei principali promotori e finanziatori della sua costruzione).

Venne nominato un esecutore testamentario, alla morte del quale subentrarono i suoi figli, ma nel 1599 i lavori non erano ancora stati eseguiti.

A quel punto il papa decise di dare una svolta alla questione, ed incaricò la famosa Fabbrica di San Pietro di trovare un artista che avrebbe dovuto in poco tempo portare a compimento l’opera.

Venne fatto il nome di Caravaggio, che era alla sua prima importante commissione pubblica (fino a quel momento aveva dipinto opere mirabili, ma per committenti privati, quasi tutti della cerchia del Cardinal del Monte, suo grande estimatore e suo mecenate, che lo ospitava nel suo magnifico palazzo accanto a San Luigi dei Francesi, oggi sede del Senato).

Caravaggio accettò con entusiasmo l’incarico che lo avrebbe consacrato definitamente come uno degli artisti più ammirati della Roma del tempo.

San Luigi dei Francesi Caravaggio

San Matteo: tre capolavori ed un “gran rifiuto”.

Osservando la Cappella Contarelli, da sinistra possiamo ammirare tre tele (non sono affreschi, come molti potrebbero pensare, ma giganteschi quadri, che probabilmente Caravaggio dipinse a casa del Cardinal del Monte):

  • La Vocazione di San Matteo.
  • San Matteo e l’Angelo.
  • Il Martirio di San Matteo.

Le tre tele dovevano rappresentare i momenti salienti della vita di questo santo: la prime ad essere dipinte furono Il Martirio e la Vocazione, che furono entrambe esposte al pubblico nel 1600.

In esse comincia a delinearsi tutta la poetica del Caravaggio:

  • L’ampio uso dei chiaroscuri.
  • Il realismo fotografico.
  • Le violente lame di luce che quasi “tagliano” la tela.

Mentre tutti i pittori del tempo accorrevano a San Luigi dei Francesi per ammirare l’immediatezza, il realismo e la grandiosità di queste due opere, i discendenti di Contarelli si ritrovarono col problema della decorazione dell’altare, che in origine doveva essere (per volere del cardinale) una scultura di San Matteo mentre scriveva il Vangelo.

L’artista scelto per lo scopo non risultò all’altezza, e si decise nuovamente di commissionare una tela a Caravaggio, che avrebbe dovuto rappresentare San Matteo che scriveva il suo Vangelo ispirato da un angelo.

La tela nel 1602 era pronta, ma lasciò abbastanza sconvolti gli eredi di Contarelli, che la rifiutarono, facendo precipitare l’autore in una delle crisi più nere del suo periodo romano.

Ma per quale motivo quest’opera sconvolse così tanto i committenti? E’ presto detto:

  • San Matteo era dipinto come un povero contadino semianalfabeta.
  • Era vestito con un corto abito che ne metteva in evidenza le gambe accavallate.
  • I suoi piedi nudi, sporchi e callosi erano in primo piano.
  • L’angelo gli teneva la mano come fosse un bambino che stava imparando a scrivere.

E’ ovvio che nella Roma della Controriforma, un’opera che trasgrediva così tanto i dettami di decoro dell’epoca, non poteva essere accettata come pala d’altare!

Quella che oggi possiamo ammirare a San Luigi dei Francesi, infatti, non è la prima versione dell’opera che, dopo varie peripezie, finì distrutta a Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale, ma la seconda, in cui Caravaggio arrivò ad un compromesso, dipingendo il Santo sempre con estremo naturalismo, ma evitando particolari “insopportabili” per la Chiesa del tempo.

San Luigi dei Francesi è tutto questo e molto di più, e vale assolutamente almeno una visita: se state passeggiando da quelle parti entrate, dirigetevi in fondo a sinistra, ed investite 1 euro per illuminare tre delle tele più ammirate di tutti i tempi che, peraltro, ai Contarelli e a Caravaggio sono costate molto di più!

Grano: a due passi da San Luigi dei Francesi.

San Luigi dei Francesi Grano

A Piazza Rondanini 53, a due passi dalle tele del Caravaggio, si trova Grano, un ristorante che vi conquisterà con le sue tre caratteristiche principali:

  • Accoglienza
  • Ottimo cibo
  • Esperienza

Da anni selezionamo gli ingredienti migliori e le primizie di stagione per presentarvi un menu di mare e di terra preparati secondo la tradizione o da noi variati con un tocco di fantasia, sempre nel rispetto dei sapori genuini e della cucina sana.

Abbiamo un’ampia lista di vini bianchi, rossi e di bollicine, ed ogni giorno selezioniamo le migliori etichette per metterle in mescita, dandovi la possibilità di bere solo un calice del vino che più preferite.

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Di Danilo Frisone | Blog | 0 comment

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